I Lanzichenecchi

Qualche giorno fa io, la Luciana, il Michele e il Filippo stavamo sul treno per Foggia, che peraltro aveva già accumulato tipo 50 minuti di ritardo per un guasto alla linea elettrica. 

Vabbè, insomma, se ricordo bene parlavamo di calcio perché il Michele parla solo di calcio e di figa e siccome aveva parlato di figa fino a Benevento, nell’ultimo tratto aveva deciso di parlare di calcio. 

Io e la Luciana partecipavamo ridendo molto, mentre il Filippo con le cuffiette ascoltava tutto un flow che gli ha spedito la Barbara, che poi non è partita con noi. 

Comunque stavamo così, a farci i cazzi nostri quando un tizio, con pantaloni lunghi e una giacca blu che ci siamo detti – ma guarda quello, qui fanno 50 gradi e lui non suda, sarà un replicante e giù a ridere -, insomma questo tizio comincia a dire delle parole in francese, così, ad alta voce. 

Teneva un libro aperto (in un’ora non l’ho mai visto girare la pagina), guardava fuori dal finestrino come a contemplare la vastità dell’eccetera eccetera e poi diceva cose in francese come se avesse scoperto la ruota e sorrideva, ci guardava, diceva una parola in francese e sorrideva, ma non cambiava pagina. 

Poi ci siamo rimessi a parlare di figa e di come avremmo potuto rimorchiare in spiaggia, cose così, e il Michele ha detto che conosce un locale fuori Foggia che si chiama il Night, un nome di merda che manco mio nonno, però vabbè si chiama così, e la Luciana, forse per distrarci dal monotema sulla figa ha indicato il signore di lino che in quel momento stava tirando fuori da una borsa di pelle tipo quella del mio pediatra un sacco di quotidiani di carta, in varie lingue diverse. 

Li tirava fuori dalla borsa e ci guardava, ci guardava e sorrideva, li sfogliava ci guardava e sorrideva, tanto che la Luciana stava per dirgli ma che cazzo guardi? 

Invece il Filippo l’ha bloccata e ha detto guarda che penna figa che c’ha, quella è una stilografica. Che a noi poi quando mai c’è fregato delle stilografiche, invece il Filippo ha la passione per queste cose antiche e ha detto guardate che quella penna costa più di tutto quello che spenderemo in vodka lemon questi 10 giorni in Puglia. 

Il signore in lino deve aver capito che il Filippo apprezzava perché si è messo a scrivere su un quadernino tipo diario e darei il mio iphone per sapere cosa cazzo c’ha scritto, forse ha fatto solo dei disegnini, oppure avrà scritto la parola francese, o il mattino ha l’oro in bocca, come il Nicholson in Shining quando impazzisce. 

Comunque, troppo divertente, mentre pensavo a queste cose, e la Luciana si era già stufata, il Michele aveva ripreso a parlare di rigori e il Filippo a riascoltare la musica, il signore in lino si è alzato per scendere, si è fermato a un metro da noi guardandoci come a dire ‘non mi riconoscete?’

Non lo so, mi sono fatto questa idea, aveva l’aria di chi voleva essere riconosciuto, celebrato, e invece noi ci siamo fatti i cazzi nostri e lui prima ha detto una cosa tipo “lanzichenecchi” – che la Luciana dice che è una parola che si è inventato -, e poi è uscito dal vagone anche un po’ in fretta. 

Credo che abbia anche scureggiato, perché ho sentito come un rumore di porta che scricchiola, ma nel vagone le porte sono solo a scorrimento, dunque, dai, era una scureggia.

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