Foibe si riferisce a una serie di uccisioni di massa e sparizioni forzate avvenute principalmente nella regione dell’Istria, della Marcia Giuliana e della Dalmazia durante e dopo la seconda guerra mondiale. Il termine “Foibe” si riferisce alle profonde doline naturali trovate nella topografia carsica della regione, dove molte delle vittime furono uccise e smaltite.
Gli omicidi sono stati compiuti da partigiani jugoslavi, nonché da comunisti locali e loro simpatizzanti, contro civili e membri delle forze armate e di polizia per lo più italiani e alcuni sloveni che erano percepiti come oppositori politici. Il numero esatto delle vittime è ancora oggetto di dibattito, con stime che vanno da diverse migliaia a decine di migliaia.
I massacri delle Foibe facevano parte del conflitto più ampio che si verificò nella regione durante la seconda guerra mondiale, compresa l’occupazione della Jugoslavia da parte delle forze dell’Asse, il movimento di resistenza contro gli occupanti e la successiva lotta per il potere tra le diverse fazioni. La violenza nella regione ha portato anche a una significativa migrazione di italiani dall’Istria, che ha cambiato la composizione etnica dell’area.
Le stragi delle Foibe rimangono un argomento controverso tra Italia, Slovenia e Croazia, oltre che tra storici e studiosi. Gli eventi sono stati oggetto di varie interpretazioni e dibattiti politici, con ciascuna parte che ha la propria narrativa e prospettiva sulle cause, i motivi e le conseguenze degli omicidi.